L’Assemblea di comunità. L’assemblea è uno degli strumenti fondamentali per sviluppare il processo di responsabilizzazione collettivo. Essa consente la trasmissione della cultura democratica, dei modelli relazionali e delle pratiche di comunità, fornisce inoltre una base per creare il legame emotivo comune tra i suoi membri e per elaborare i conflitti promuovendo il senso di appartenenza, sperimentando l’atmosfera prevalente e confermando i valori della vita di Comunità. E’ all’interno dell’assemblea di comunità che sono discusse, definite e riconosciute le regole stesse della Comunità, fondamentali per garantire un equilibrio alla convivenza; qui vengono anche elaborate le modalità riparative per affrontare la loro violazione (agiti violenti, contro persone e oggetti, fughe ecc.), sono espressi differenti punti di vista e sperimentati processi decisionali con la guida degli operatori, i quali offrono una leadership capace di coinvolgere anche i residenti senior, per esperienza e senso di cooperazione. In questo ambito si condividono infine le notizie sulle dimissioni e l’accoglienza dei pazienti o su cambiamenti nello staff, si valuta l’andamento della partecipazione e il clima complessivo del momento.
La Giornata delle Famiglie. La giornata delle famiglie si tiene una volta al mese in comunità con l'obiettivo di favorire la massima partecipazione delle famiglie al percorso: sull'assunto che il percorso terapeutico non riguardi esclusivamente il giovane inserito in comunità, la famiglia è resa protagonista, insieme al giovane, del percorso evolutivo per favorire il miglioramento della capacità di adattamento e potenziare la resilienza di tutto il contesto di vita. Dopo un primo momento di accoglienza dei familiari, la psicologa-psicoterapeuta esterna, che da anni ha partecipato alla conduzione dei gruppi multifamiliari, la dott.ssa Michela Molinu e la psicologa interna, operatrice comunitaria, dott.ssa Miriam Cau, conducono il gruppo costituito dalle famiglie, dagli ospiti e dall'equipe comunitaria che si riunisce per un'ora e mezza.
La giornata della famiglia prende in prestito alcuni importanti concetti del gruppo Psicoanalitico multifamiliare (GPMF) , creato nel 1958 in Argentina dallo psichiatra e psicoanalista Jorge Garcia Badaracco e portato come esperienza italiana a Roma grazie al lavoro dello psichiatra e psicoanalista Dott. Narracci. Alla Giornata della Famiglia, come nel Gruppo Psicoanalitico Multifamiliare (GPMF) si ha la possibilità di mettere insieme un gruppo di persone composto da pazienti, dai familiari e dagli operatori (possono partecipare tutti i parenti: madri, padri, fratelli, zii, nonni, cugini.... ). In un clima di confronto non giudicante, con l'obbligo alla riservatezza, il gruppo diventa il terreno fertile per la condivisione dei vissuti ed il sostegno emotivo e psicologico. Nel gruppo grazie al rispecchiamento tra i partecipanti che appartengono a un nucleo familiare e quelli che appartengono ad un altro nucleo, è possibile individuare come vissuti traumatici e latenti, possano diventare “dicibili”, condivisi e accettati.
I problemi di vita familiare, che spesso si ripresentano in comunità, possono essere affrontati e ripensati: genitori, figli ed educatori cercano di capire tutti insieme che cosa accade a casa propria (e in comunità), avendo finalmente l'opportunità di osservarlo a casa di qualun altro. In questo modo è possibile osservare in azione non soltanto i meccanismi relazionali inconsci che hanno generato la sofferenza psichica, ma anche quelli che la mantengono viva nell'attualità, ripetendo all'infinito quello che accade alla sua origine.
Il gruppo permette infatti il concetto sistematizzato da Badaracco, in cui si assista ad un “ampliamento della mente”, ovvero il “pensare insieme quello che non si può pensare da soli”.
Un altro concetto molto importante all'interno del GPMF è quello di “virtualità sana”, ovvero far ricorso a risorse genuine dell'Io che il paziente e la famiglia non hanno mai avuto modo di utilizzarle in precedenza .
Al termine del gruppo, per creare un clima conviviale e di scambio viene organizzato un pranzo a cui partecipano tutti gli educatori, ragazzi e familiari.
A seguire, per privilegiare la componente individuale e soggettiva del percorso, si tengono i colloqui a cui partecipa ciascun ospite con le rispettive famiglie e gli operatori di riferimento. Il colloquio individuale/familiare diventa un' occasione per la discussione, la condivisione e la verifica dei P.T.I.
La giornata della famiglia prende in prestito alcuni importanti concetti del gruppo Psicoanalitico multifamiliare (GPMF) , creato nel 1958 in Argentina dallo psichiatra e psicoanalista Jorge Garcia Badaracco e portato come esperienza italiana a Roma grazie al lavoro dello psichiatra e psicoanalista Dott. Narracci. Alla Giornata della Famiglia, come nel Gruppo Psicoanalitico Multifamiliare (GPMF) si ha la possibilità di mettere insieme un gruppo di persone composto da pazienti, dai familiari e dagli operatori (possono partecipare tutti i parenti: madri, padri, fratelli, zii, nonni, cugini.... ). In un clima di confronto non giudicante, con l'obbligo alla riservatezza, il gruppo diventa il terreno fertile per la condivisione dei vissuti ed il sostegno emotivo e psicologico. Nel gruppo grazie al rispecchiamento tra i partecipanti che appartengono a un nucleo familiare e quelli che appartengono ad un altro nucleo, è possibile individuare come vissuti traumatici e latenti, possano diventare “dicibili”, condivisi e accettati.
I problemi di vita familiare, che spesso si ripresentano in comunità, possono essere affrontati e ripensati: genitori, figli ed educatori cercano di capire tutti insieme che cosa accade a casa propria (e in comunità), avendo finalmente l'opportunità di osservarlo a casa di qualun altro. In questo modo è possibile osservare in azione non soltanto i meccanismi relazionali inconsci che hanno generato la sofferenza psichica, ma anche quelli che la mantengono viva nell'attualità, ripetendo all'infinito quello che accade alla sua origine.
Il gruppo permette infatti il concetto sistematizzato da Badaracco, in cui si assista ad un “ampliamento della mente”, ovvero il “pensare insieme quello che non si può pensare da soli”.
Un altro concetto molto importante all'interno del GPMF è quello di “virtualità sana”, ovvero far ricorso a risorse genuine dell'Io che il paziente e la famiglia non hanno mai avuto modo di utilizzarle in precedenza .
Al termine del gruppo, per creare un clima conviviale e di scambio viene organizzato un pranzo a cui partecipano tutti gli educatori, ragazzi e familiari.
A seguire, per privilegiare la componente individuale e soggettiva del percorso, si tengono i colloqui a cui partecipa ciascun ospite con le rispettive famiglie e gli operatori di riferimento. Il colloquio individuale/familiare diventa un' occasione per la discussione, la condivisione e la verifica dei P.T.I.
Gruppo "Coinquilinus". Il gruppo coinquilinus è programmato per essere svolto due volte alla settimana ed è condotto da psicologhe della comunità. Ad esso partecipano sia i ragazzi che gli operatori in turno, ed è pensato come uno spazio per discutere in gruppo delle dinamiche relazionali ed emotive legate alla convivenza in comunità. Gli argomenti possono riguardare stati emotivi singoli e di gruppo, dinamiche relazionali, situazioni di sofferenza emotiva del singolo o del gruppo, vissuti legati a situazioni createsi in comunità, ed esigenze varie portate dai singoli partecipanti. In questo gruppo vengono anche eletti, a turno, i rappresentanti dei ragazzi che fanno da portavoce dell'intero gruppo. Se fosse necessario, si cerca anche di contenere ed elaborare lo stato emotivo disfunzionale che aleggia tra operatori e ragazzi. Il gruppo ha una durata variabile da un minimo di quindici minuti fino a un'ora, a seconda delle esigenze del caso e dei tempi di attenzione dei ragazzi. É auspicabile il coinvolgimento di tutto il gruppo comunitario ma può essere portato avanti anche con parte di esso, a seconda delle esigenze e dell'argomento trattato.
Il gruppo "Crisi". Il gruppo crisi è un gruppo che viene gestito dagli operatori, psicologi o educatori, che si trovano ad affrontare, per l'appunto, la crisi di un ospite. Il gruppo, solitamente, non coinvolge direttamente l'ospite in crisi ma il resto del gruppo ospiti ed operatori che in quel momento non sta gestendo l'acuzie, i quali si riuniscono per contenere l'emotività ed elaborare i vissuti, confrontarsi sulle dinamiche e trovare insieme delle strategie per affrontare e contenere la crisi.
Gruppo "Live". Il gruppo Live, a differenza degli altri gruppi, non è programmato settimanalmente bensì è live, per l'appunto, proposto a ridosso dell'evento di cui il gruppo comunitario, quindi sia i ragazzi che gli operatori, sente l'esigenza di discutere in gruppo in comunità.
Gli argomenti possono riguardare dinamiche di gruppo, solitamente conflittuali, su cui è necessario confrontarsi immediatamente per essere arginate e per garantire il necessario contenimento emotivo; possono riguardare l'organizzazione di attività in procinto di essere svolte, avvenimenti esterni alla comunità che è necessario condividere in tempi brevi, eventi che possono riguardare i ragazzi più o meno direttamente o altri argomenti salienti. Il gruppo ha una durata variabile da pochi minuti fino a non più di una ora, a seconda delle esigenze del caso, è gestito dagli operatori in turno e può coinvolgere tutto il gruppo comunitario o parte di esso, a secoda delle esigenze dell'argomento trattato.
Gruppo "Live". Il gruppo Live, a differenza degli altri gruppi, non è programmato settimanalmente bensì è live, per l'appunto, proposto a ridosso dell'evento di cui il gruppo comunitario, quindi sia i ragazzi che gli operatori, sente l'esigenza di discutere in gruppo in comunità.
Gli argomenti possono riguardare dinamiche di gruppo, solitamente conflittuali, su cui è necessario confrontarsi immediatamente per essere arginate e per garantire il necessario contenimento emotivo; possono riguardare l'organizzazione di attività in procinto di essere svolte, avvenimenti esterni alla comunità che è necessario condividere in tempi brevi, eventi che possono riguardare i ragazzi più o meno direttamente o altri argomenti salienti. Il gruppo ha una durata variabile da pochi minuti fino a non più di una ora, a seconda delle esigenze del caso, è gestito dagli operatori in turno e può coinvolgere tutto il gruppo comunitario o parte di esso, a secoda delle esigenze dell'argomento trattato.
Gruppo "Foto". Si svolge nel salone della Comunità, seduti in cerchio, il martedì sera, dalle 19.00 alle 19.30. Una persona per volta si propone per essere “fotografato” dagli altri partecipanti al gruppo: ogni partecipante dice al soggetto qualcosa che di lui gli piace e qualcosa che non gli piace, chi conduce il gruppo annota ogni pregio e ogni difetto e, al termine del giro di parola, il soggetto “fotografato” può rispondere e commentare la descrizione che di lui è emersa.